2. I primi uomini.
Primati, umanoidi, ominidi, uomini. Il più antico primate umanoide è l’Oreopitecus Bambolii. Il primo scheletro fossile è stato trovato in una cava di carbone lignite della Toscana, vecchio di otto milioni e mezzo di anni; poi ne sono stati trovati un’altra cinquantina, tutti in Italia. Era perfettamente bipede. Aveva perfino il pollice opponibile. Ma non lasciò discendenti, perché la sua specie si estinse.
Proprio in quel tempo in Africa Orientale altri primati stavano imparando i vantaggi dell’aiutarsi l’un l’altro e si stavano trasformando lentissimamente in una nuova specie, gli australopitechi, gli ominidi antenati degli uomini. Vivevano in piccoli gruppi attorno alle madri, che proteggevano i loro cuccioli e insegnavano pian piano ai padri ad essere più collaborativi. Stava comparendo l’intelligenza, un’intelligenza sociale.
Due milioni e mezzo di anni fa il clima cambiò e alcuni di loro uscirono dall’Africa, “out of Africa 1”. In Europa e in Asia si svilupparono nuove specie di ominidi. In Europa i fossili più antichi sono quelli di Isernia, in Molise, vecchi di 735.000 anni, con le prime tracce dell’uso del fuoco, le più antiche documentate al mondo. Era l’antenato dell’Uomo di Neanderthal, la prima specie umana dell’Italia e dell’Europa.
Intanto, sempre in Africa, madre di tutti gli uomini, comparvero gli uomini moderni, i Sapiens-sapiens, che 75.000 anni fa, popolata tutta l’Africa, uscirono per popolare anche il resto della Terra, “out of Africa 2”. In Asia incontrarono gli antichissimi uomini di Denisova e si unirono a loro. Arrivarono in Italia 45.000 anni fa; i fossili più antichi sono quelli della Grotta del Cavallo in Puglia. Qui incontrarono gli uomini di Neanderthal, che avevano imparato a sopravvivere al tempo del grande freddo, e si unirono anche a loro, diventando una nuova gente.
Erano i primi italiani, i primi europei.
1.
A spingere quel
primate, poi gli ominidi e infine gli uomini fuori dall’Africa furono le
variazioni climatiche cicliche del Sahara. Nelle fasi umide il Sahara si
riempiva di vegetazione e delle più diverse specie di animali, che erano
costretti a fuggire quando si trasformava in deserto come è oggi.
2.
L’Italia in quel
tempo lontano non si era ancora ben formata. A Sud delle Alpi c’era ancora il
mare. Tra queste montagne e l’Africa c’era un arcipelago di isole vulcaniche;
la più grande comprendeva le terre che sarebbero diventate la Toscana e la
Sardegna.
3.
Il primo
scheletro è stato trovato nel 1871 a Montebamboli, comune di Massa Marittima,
in una cava di lignite. Vecchio di otto
milioni e mezzo di anni. Fu chiamato Oreopithecus di Montebamboli, da
cui Oreopithecus Bambolii, familiarmente detto Sandrone, dal nome di una
maschera modenese. Dopo di questo
scheletro ne sono stati trovati un’altra cinquantina, tutti in Italia.
4.
L’Oreopithecus
Bambolii è vissuto otto milioni e mezzo di anni fa. Era onnivoro, alto come un bambino di prima elementare
pesava 30, 35 chili. La dimensione ridotta era conseguenza dell’adattamento
all’insularità, cioè alla vita in un’isola.
5.
Lo studio della
forma del ginocchio e del piede di Sandrone e la scoperta del legamento
ossificato tra l’ileo e l’ultima vertebra sacrale ha cancellato ogni dubbio su
postura eretta e deambulazione al suolo. La mano inoltre ha caratteristiche che
escludono l’uso che ne fanno le scimmie arboricole.
6.
Un primate molto
simile è stato trovato nel cuore dell’Africa, il Dryopithecus. L’ipotesi è che
dall’Africa sia arrivato in Toscana passando attraverso la Sardegna, regioni
che a quel tempo formavano una grande
isola tra l’Africa e l’Europa.
7.
Gli scimpanzé
hanno preso una strada diversa da noi solo 6 milioni e mezzo di anni fa, quindi
sono molto simili a noi. Sono come lontani cugini, perché abbiamo antenati
comuni. Se ne chiudi due in gabbie separate ma contigue e dai cibo a una sola,
questa lo divide con quella che resta senza: gli antenati comuni condividevano
il cibo e si aiutavano.
8. La separazione tra antropomorfe arboricole
quadrupedi e ominidi bipedi pare sia avvenuta 6.500.000 anni fa, in
concomitanza con l’apertura del Ritz Valley, la lunga fossa che continua ad
allargarsi nell’Africa Orientale. Nella parte Est la foresta era stata
sostituita dalla savana. Qui si sono evoluti gli australopitechi, i primi
ominidi.
9.
Out of Africa:
tutti gli uomini provengono dall’Africa, madre di tutti gli uomini. Due milioni
di anni fa la prima migrazione, Out-of-Africa-1, 75.000 anni fa la seconda, Out-of-Africa-2.
10.
Nel 1856 vicino
al fiume Neander, nei pressi di Dusseldorf, furono trovati i fossili di una
specie di uomo diversa da noi, vissuto da 250.000 a 30.000 anni fa. Venne
chiamato Homo Neanderthalensis, poi Homo Sapiens. Dal DNA è stato scoperto che
aveva una grande resistenza al freddo.
11.
L’Homo di
Denisova è stato scoperto solo nel 2008 in una grotta sui Monti Altai, in
Siberia. Dall’analisi del mtDNA risulta essersi separato dall’antenato comune
del Sapiens e del Sapiens-sapiens un milione di anni fa.
12.
L’Homo
Sapiens-sapiens, la nostra specie, era stato inizialmente chiamato Homo di
Cro-Magnon, dalla valle del Cro-Magnon affluente della Dordogna, in Francia,
dove furono trovati i primi scheletri di uomo moderno. Lo scheletro più antico
di Sapiens-sapiens risale a 195.000 anni fa. E’ stato trovato presso Kibish in
Etiopia, non lontano dal fiume Omo.
13.
I più antichi
Sapiens-sapiens documentati in Europa sono quelli della Grotta del Cavallo, in
Puglia, 45.000 anni fa. L’Italia ha cominciato a collezionare primati fin
dall’inizio della più lontana Preistoria: la sua posizione e la sua forma ne ha
fatto un ponte naturale fra tre continenti.
14.
Nel DNA degli
Europei c’è un 1% di Denisoviani e un 4% di Neanderthal. Solo le popolazioni
africane risultano “pure”. C’è
dell’involontaria ironia antirazzista in questa scoperta, perché tutte le
teorie razziste concordavano sui rischi di decadimento delle razze derivanti
dall’ibridazione.