martedì 22 marzo 2016

I primi uomini



2. I primi uomini.

Primati, umanoidi, ominidi, uomini. Il più antico primate umanoide è l’Oreopitecus Bambolii. Il primo scheletro fossile è stato trovato in una cava di carbone lignite della  Toscana, vecchio di otto milioni e mezzo di anni; poi ne sono stati trovati un’altra cinquantina, tutti in Italia. Era perfettamente bipede. Aveva perfino il pollice opponibile. Ma non lasciò discendenti, perché la sua specie si estinse.

Proprio in quel tempo in Africa Orientale altri primati stavano imparando i vantaggi dell’aiutarsi l’un l’altro e si stavano trasformando lentissimamente in una nuova specie, gli australopitechi, gli ominidi antenati degli uomini. Vivevano in piccoli gruppi attorno alle madri, che proteggevano i loro cuccioli e insegnavano pian piano ai padri ad essere più collaborativi. Stava comparendo l’intelligenza, un’intelligenza sociale.

Due milioni e mezzo di anni fa il clima cambiò e alcuni di loro uscirono dall’Africa, “out of Africa 1”. In Europa e in Asia si svilupparono nuove specie di ominidi. In Europa i fossili più antichi sono quelli di Isernia, in Molise, vecchi di 735.000 anni, con le prime tracce dell’uso del fuoco, le più antiche documentate al mondo. Era l’antenato dell’Uomo di Neanderthal, la prima specie umana dell’Italia e dell’Europa.

Intanto, sempre in Africa, madre di tutti gli uomini, comparvero gli uomini moderni, i Sapiens-sapiens, che 75.000 anni fa, popolata tutta l’Africa, uscirono per popolare anche il resto della Terra, “out of Africa 2”. In Asia in­contrarono gli antichissimi uomini di Denisova e si unirono a loro. Arri­varono in Italia 45.000 anni fa; i fossili più antichi sono quelli della Grotta del Cavallo in Puglia. Qui incontrarono gli uomini di Ne­anderthal, che avevano imparato a sopravvivere al tempo del grande freddo, e si unirono anche a loro, diventando una nuova gente.

Erano i primi italiani, i primi europei.


1.     A spingere quel primate, poi gli ominidi e infine gli uomini fuori dall’Africa furono le variazioni climatiche cicliche del Sahara. Nelle fasi umide il Sahara si riempiva di vegetazione e delle più diverse specie di animali, che erano costretti a fuggire quando si trasformava in deserto come è oggi.
2.     L’Italia in quel tempo lontano non si era ancora ben formata. A Sud delle Alpi c’era ancora il mare. Tra queste montagne e l’Africa c’era un arcipelago di isole vulcaniche; la più grande comprendeva le terre che sarebbero diventate la Toscana e la Sardegna.
3.     Il primo scheletro è stato trovato nel 1871 a Montebamboli, comune di Massa Marittima, in una cava di lignite. Vecchio di otto milioni e mezzo di anni. Fu chiamato Oreopithecus di Montebamboli, da cui Oreopithecus Bambolii, familiarmente detto Sandrone, dal nome di una maschera modenese. Dopo di questo scheletro ne sono stati trovati un’altra cinquantina, tutti in Italia.
4.     L’Oreopithecus Bambolii è vissuto otto milioni e mezzo di anni fa. Era onnivoro, alto come un bambino di prima elementare pesava 30, 35 chili. La dimensione ridotta era conseguenza dell’adattamento all’insularità, cioè alla vita in un’isola.
5.     Lo studio della forma del ginocchio e del piede di Sandrone e la scoperta del legamento ossificato tra l’ileo e l’ultima vertebra sacrale ha cancellato ogni dubbio su postura eretta e deambulazione al suolo. La mano inoltre ha caratteristiche che escludono l’uso che ne fanno le scimmie arboricole.
6.     Un primate molto simile è stato trovato nel cuore dell’Africa, il Dryopithecus. L’ipotesi è che dall’Africa sia arrivato in Toscana passando attraverso la Sardegna, regioni che a quel tempo formavano  una grande isola tra l’Africa e l’Europa.
7.     Gli scimpanzé hanno preso una strada diversa da noi solo 6 milioni e mezzo di anni fa, quindi sono molto simili a noi. Sono come lontani cugini, perché abbiamo antenati comuni. Se ne chiudi due in gabbie separate ma contigue e dai cibo a una sola, questa lo divide con quella che resta senza: gli antenati comuni condividevano il cibo e si aiutavano.
8.     La separazione tra antropomorfe arboricole quadrupedi e ominidi bipedi pare sia avvenuta 6.500.000 anni fa, in concomitanza con l’apertura del Ritz Valley, la lunga fossa che continua ad allargarsi nell’Africa Orientale. Nella parte Est la foresta era stata sostituita dalla savana. Qui si sono evoluti gli australopitechi, i primi ominidi.
9.     Out of Africa: tutti gli uomini provengono dall’Africa, madre di tutti gli uomini. Due milioni di anni fa la prima migrazione, Out-of-Africa-1, 75.000  anni fa la seconda, Out-of-Africa-2.
10.  Nel 1856 vicino al fiume Neander, nei pressi di Dusseldorf, furono trovati i fossili di una specie di uomo diversa da noi, vissuto da 250.000 a 30.000 anni fa. Venne chiamato Homo Neanderthalensis, poi Homo Sapiens. Dal DNA è stato scoperto che aveva una grande resistenza al freddo.
11.  L’Homo di Denisova è stato scoperto solo nel 2008 in una grotta sui Monti Altai, in Siberia. Dall’analisi del mtDNA risulta essersi separato dall’antenato comune del Sapiens e del Sapiens-sapiens un milione di anni fa.
12.  L’Homo Sapiens-sapiens, la nostra specie, era stato inizialmente chiamato Homo di Cro-Magnon, dalla valle del Cro-Magnon affluente della Dordogna, in Francia, dove furono trovati i primi scheletri di uomo moderno. Lo scheletro più antico di Sapiens-sapiens risale a 195.000 anni fa. E’ stato trovato presso Kibish in Etiopia, non lontano dal fiume Omo.
13.  I più antichi Sapiens-sapiens documentati in Europa sono quelli della Grotta del Cavallo, in Puglia, 45.000 anni fa. L’Italia ha cominciato a collezionare primati fin dall’inizio della più lontana Preistoria: la sua posizione e la sua forma ne ha fatto un ponte naturale fra tre continenti.
14.  Nel DNA degli Europei c’è un 1% di Denisoviani e un 4% di Neanderthal. Solo le popolazioni africane risultano “pure”.  C’è dell’involontaria ironia antirazzista in questa scoperta, perché tutte le teorie razziste concordavano sui rischi di decadimento delle razze derivanti dall’ibridazione.

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