domenica 3 aprile 2016

I primi popoli dell'Italia

3. Terra di molti popoli.

Col caldo l'Italia si riempì di foreste e di praterie. Diventò una terra bellissima e attirò molte genti. Arrivavano continuamente sempre nuovi popoli, così tanti che è impossibile nominarli tutti. La storia d’Italia è praticamente la storia dei popoli che hanno continuato ad arrivare da ogni parte. Ancora oggi.

I primi antichissimi italiani condividevano la civiltà pacifica e solidale della Vecchia Europa, quella della Grande Dea. Lo documentano le straordinarie statuette di donne incinte dette Veneri steatopigie, trovate a decine in giro per l’Italia, dalla Valtellina alla Sicilia e alla Sardegna.

Nel terzo millennio a.C. arrivarono gli antichi Latini. Avevano occupato tutta l’Italia, ma nel se­condo millennio a.C. all’arrivo dei Sanniti, pastori e guerrieri, si erano rifugiati in una terra di paludi e di monti, il Lazio meridionale. I Latini diventarono contadini, allevatori di buoi. Siccome dovevano continuare a combattere per difendersi, diventarono fortissimi guerrieri. Poi c’era un popolo misterioso che si costruiva col legno villaggi di palafitte su ogni lago che trovava. Un altro popolo dall’origine misteriosa costruiva invece forti città in pietra sulla sommità dei monti, difese da alte mura. Erano gli Etruschi, padroni del ferro. Nel cuore della penisola c’erano i Marsi, eredi dell’antichissimo culto della Grande Dea. Da Est arrivarono i Veneti, grandi allevatori di cavalli. Dal mare arrivarono i Greci, che fuggi­vano dalle carestie e dalla fame. Sapevano lavorare il bronzo, il ferro, la creta. Costruirono tantissime città, ricche e popolose. In Sicilia e Sardegna sorsero città di Fenici Cartaginesi, grandi naviga­tori e commercianti, inventori dell’alfabeto. Ultimi arrivarono i Galli, gli inventori del sa­pone e delle botti per il vino.

La Penisola che oggi chiamiamo Italia era in quel tempo un mosaico di popoli diversissimi tra loro, che si combattevano continuamente con ferocia.

battute 1919
FINESTRELLE
1.     I Liguri erano una popolazione originaria pre-indoeuropea, come gli Euganei, i Reti, i Camuni, i Sardi, gli Elimi e i Sicani, probabilmente anche gli Etruschi.
2.     Proprio nel cuore della Penisola si trovano tracce dell’antica Dea Madre, comune a tutta l’area mediterranea e sopravvissuta a Creta fino in epoca storica. La Maiella è la montagna sacra alla dea Maya, la dea della fertilità. Era la “gilanìa”, la civiltà dove uomini e donne cooperavano alla pari, né patriarcale né matriarcale.
3.     Al ceppo linguistico dei Latini appartenevano anche altri popoli, che all’arrivo di nuovi invasori si trovarono separati tra loro in Falisci, Opici, Itali, Enotri, Siculi, col tempo assorbiti dai nuovi arrivati.
4.     Gli Etruschi erano divisi in tre federazioni di città-stato, 18 nella Pianura Padana, 12 in Campania, 12 in Etruria, cioè in Toscana e Lazio settentrionale. Furono sopraffatti dai Sanniti in Campania, dai Celti nella Pianura Padana, dai Romani in Etruria. Il suono aspirato della lettera ci dei Fiorentini è un’eredità etrusca.
5.     Nella Dorsale Appenninica fino allo Stretto di Messina si stanziarono gli Osco-Umbro-Sabelli, che con i Sanniti combatterono a lungo contro Roma. I Marsi si stabilirono nel cuore dell’Abruzzo, attorno al tempio di Angizia, la dea dei serpenti, l’antichissima dea madre identificata più tardi con Afrodite e con Artemide, più tardi ancora con la Madonna.
6.     Dall’Illiria, arrivarono a Nord i Veneti, a Sud gli Apuli. I Veneti sono quindi cugini degli attuali Albanesi, anche loro di origine illirica. Veneti e Albanesi, un tempo uniti in un unico popolo, sono stati separati dall’arrivo di Serbi, Bosniaci, Croati e Sloveni.
7.     Le città-stato greche erano così numerose da superare per abitanti e prosperità la stessa terra di origine; insieme formavano la Magna Grecia. Al culmine della loro potenza Siracusa raggiunse i 500.000 abitanti, Agrigento e Taranto i 300.000, Selinunte, Sibari e Crotone i 100.000.

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